CONSENSO INFORMATO PER INTERVENTO DI CERCHIAGGIO e/o VITRECTOMIA
L'intervento di vitrectomia e/o cerchiaggio, a cui intende sottoporre il suo bambino, ha lo scopo di ottenere l'accollamento della retina alla parete del bulbo oculare mediante manovre effettuate all'interno e all’esterno dell'occhio con strumenti microchirurgici.
In particolare si procederà all'asportazione del gel vitreale contenuto nell'occhio, poichè esso esercitando una trazione sulla retina la mantiene sollevata; verranno asportate, quindi, membrane infiammatorie che creano pieghe sulla superficie della retina, quest' ultima verrà quindi distesa con l'ausilio di una sostanza di tamponamento (olio di silicone, aria o gas a giudizio del
chirurgo); da ultimo si procederà a saldare la retina alla parete mediante una fotocoagulazione laser (se necessario).
L'intervento è quindi delicato e complesso: può durare alcune ore.
Nel caso in cui venga eseguito un cerchiaggio la benderella di silicone applicata all’esterno del bulbo andrà rimossa o tagliata nei successivi 6 mesi.
Il recupero visivo è legato oltre che alla corretta conduzione dell'intervento, alle condizioni anatomiche funzionali del nervo ottico e della retina che, sebbene accollata, non può esplicare correttamente le proprie funzioni se presenta lesioni degenerative, miopiche, infiammatorie, traumatiche rilevanti o esiti di retinopatia del prematuro.
Oltre al generico rischio anestesiologico sul quale verrà reso edotto dal medico anestesista, un intervento sull'occhio può presentare specifici rischi per la vista legati alle possibili complicanze intra e postoperatorie.
Fra questa ricordiamo: la possibilità di emorragie endobulbari, di insorgenza di cataratta negli occhi con cristallino, di ipertono postoperatorio, e il raro rischio di infezione endobulbare che nei casi più estremi può richiedere l'asportazione dell'occhio.
La conoscenza e le tecniche attuali consentono di ridurre ragionevolmente tali rischi.
Nel caso si renda necessario per la presenza di membrane retrolentali ,di sollevamenti retinici molto anteriori o per esigenze chirurgiche, potrà essere effettuata l'asportazione del cristallino senza un impianto di IOL.
E' inoltre possibile che nella fase di cicatrizzazione del tessuto retinico si formino delle briglie aderenziali, le cosiddette membrane epiretiniche, che andranno rimosse per non compromettere l'esito finale della vitrectomia.
L'intervento di vitrectomia e/o cerchiaggio, a cui intende sottoporre il suo bambino, ha lo scopo di ottenere l'accollamento della retina alla parete del bulbo oculare mediante manovre effettuate all'interno e all’esterno dell'occhio con strumenti microchirurgici.
In particolare si procederà all'asportazione del gel vitreale contenuto nell'occhio, poichè esso esercitando una trazione sulla retina la mantiene sollevata; verranno asportate, quindi, membrane infiammatorie che creano pieghe sulla superficie della retina, quest' ultima verrà quindi distesa con l'ausilio di una sostanza di tamponamento (olio di silicone, aria o gas a giudizio del
chirurgo); da ultimo si procederà a saldare la retina alla parete mediante una fotocoagulazione laser (se necessario).
L'intervento è quindi delicato e complesso: può durare alcune ore.
Nel caso in cui venga eseguito un cerchiaggio la benderella di silicone applicata all’esterno del bulbo andrà rimossa o tagliata nei successivi 6 mesi.
Il recupero visivo è legato oltre che alla corretta conduzione dell'intervento, alle condizioni anatomiche funzionali del nervo ottico e della retina che, sebbene accollata, non può esplicare correttamente le proprie funzioni se presenta lesioni degenerative, miopiche, infiammatorie, traumatiche rilevanti o esiti di retinopatia del prematuro.
Oltre al generico rischio anestesiologico sul quale verrà reso edotto dal medico anestesista, un intervento sull'occhio può presentare specifici rischi per la vista legati alle possibili complicanze intra e postoperatorie.
Fra questa ricordiamo: la possibilità di emorragie endobulbari, di insorgenza di cataratta negli occhi con cristallino, di ipertono postoperatorio, e il raro rischio di infezione endobulbare che nei casi più estremi può richiedere l'asportazione dell'occhio.
La conoscenza e le tecniche attuali consentono di ridurre ragionevolmente tali rischi.
Nel caso si renda necessario per la presenza di membrane retrolentali ,di sollevamenti retinici molto anteriori o per esigenze chirurgiche, potrà essere effettuata l'asportazione del cristallino senza un impianto di IOL.
E' inoltre possibile che nella fase di cicatrizzazione del tessuto retinico si formino delle briglie aderenziali, le cosiddette membrane epiretiniche, che andranno rimosse per non compromettere l'esito finale della vitrectomia.